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  • Immagine del redattoreGiulia Bernardinello

ESSERE SINGLE IN QUARANTENA - Covid-19

Le relazioni ci offrono sempre importanti spunti di riflessione. Oggi non parleremo di relazioni con un partner ma di quella autogestita, amata ed odiata con noi stessi.

Questa non si mette in pausa quando ci troviamo all’interno della coppia, ma quando siamo single, diciamolo, ci notiamo di più.


Oggi, nel mezzo di una pandemia globale, sono tempi duri per le relazioni nascenti o per cercare l’amore della propria vita. Se prima, potevamo assumerci la responsabilità di essere single e felici, oggi no. Scegliere di stare da soli è diverso dall’essere obbligati a farlo, e quasi automaticamente essere single lo odiamo.


La coppia sta affrontando numerosi ostacoli durante questa (ri)unione forzata, ma cosa prova chi è solo?


Lunedì affronteremo uno step successivo importante per la nostra moralità: poter congiungerci con amici e conoscenti. E per chi non conosciamo ma vorremo conoscere?


Se prima un nuovo incontro non aveva regole, oggi è una lunga lista di restrizioni e domande: sei stato a contatto con sconosciuti? da quanto tempo sei in quarantena? Hai starnutito negli ultimi dodici giorni?


‘RESTA A CASA’ è il messaggio più chiaro che abbiamo ricevuto negli ultimi mesi, insomma, se siamo single siamo il nostro partner più sicuro. Stiamo tornando sentimentalmente vergini, illibati, inesperti e massaggiatori seriali. Ad oggi, l’aggiunta della punteggiatura nei messaggi può dimostrarsi un grande motivo di eccitazione, cose che non notavamo, oggi si, ma a stare da soli c’è anche chi questa libido l’ha persa.


Cosa possiamo fare per non accumulare fobie, pensieri distorti, idealizzazioni e non contagiarci della paura dell’altro?


Progredire con gradualità, facendo in modo che queste paure sfumino e i pensieri si concretizzino. Non smettere di provare nuovi canali di comunicazione, perdendoci nelle esperienze di vita dell’altro. Usare il non verbale in modo astuto, sensibilizzarci, chiedere come sta l’altro, preoccuparci.


Ecco, questo ci permette di superare le barriere dell’ovvio che a volte ci dimentichiamo di infrangere. Siamo obbligati a spostare la nostra attenzione, sviluppando tutti i sensi.

Forse anche il sesto?


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